Domande e Risposte
In questa sezione sono raccolte alcune domande e risposte sull’ernia inguinale pubblicate sulle principali testate nazionali a cura di Tommaso Lubrano
ARTICOLO | ANNO | MEDIA | AZIONI |
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L'intervento di ernia può rendermi sterile? | 2011 | Viversani | |
Anche le donne possono sviluppare un’ernia inguinale? | 2011 | ViverSani | |
Un’ernia inguinale a soli tre mesi | 2010 | Viversani | |
Soffro di un’ernia inguinale che cosa posso mangiare? | 2010 | Viversani | |
Una colla per l’ernia inguinale | 2009 | Viversani | |
Una piccola rete contro l'ernia | 2009 | Viversani | |
Come curare la pubalgia | 2008 | Viversani | |
Via l’ernia con l’anestesia locale? | 2008 | Viversani | |
Devo operare l’ernia inguinale? | 2008 | Viversani | |
Dopo l’intervento mi è venuta l’ernia ombelicale | 2008 | Viversani |
Articoli del Blog
La riparazione dell’ ernia inguinale e della parete addominale in oncologia e in urgenza.
Nella chirurgia oncologica con presenza di ernia, l’uso tradizionale di protesi era sconsigliato per il rischio di contaminazione, specialmente durante operazioni come la resezione intestinale. Tuttavia, lo sviluppo di protesi biologiche e biosintetiche ha reso possibile riparazioni erniarie sicure anche in contesti contaminati, grazie alla loro resistenza e capacità di prevenire infezioni, offrendo soluzioni efficaci sia per ernie presenti durante l’intervento oncologico sia per ernie incisionali post-chirurgiche, considerando sempre le cure primarie del tumore e le condizioni del paziente.
Il dolore cronico dopo la riparazione dell’ernia inguinale
Il dolore cronico post-ernioplastica inguinale può manifestarsi come neuralgia, parestesia o iperestesia, irradiandosi a zone adiacenti e variando in intensità. La gestione include un’accurata tecnica chirurgica per prevenire danni ai nervi e l’uso di materiali minimamente invasivi. In casi persistenti, si valutano trattamenti farmacologici, terapie di supporto e, come ultima risorsa, la chirurgia con neurectomia e possibile sostituzione della protesi.
Ernia crurale (femorale)
L’ernia crurale, più comune nelle donne e meno incline all’allargamento, comporta un rischio elevato di strozzamento. La cura moderna privilegia l’uso di retine sintetiche e protesi, anche parzialmente riassorbibili, per una riparazione meno traumatica e più adatta alla complessa anatomia della zona, permettendo interventi in anestesia locale e dimissione giornaliera.
Anestesia locale per l’ernia inguinale e crurale
L’intervento di plastica inguinale e crurale può essere eseguito in anestesia locale, eventualmente con sedazione leggera, evitando i disagi di tecniche anestetiche più invasive. Questa modalità, che mira all’assenza di dolore durante l’operazione, richiede una conoscenza approfondita dei farmaci per garantire una cura efficace e sicura. L’anestesia locale, adeguatamente gestita, permette al paziente una pronta dimissione, sottolineando l’importanza del monitoraggio dei parametri vitali per la sicurezza dell’intervento.
Ernia Inguinale Recidiva
La recidiva erniaria, con un tasso del 8%, può derivare da fattori legati allo stile di vita del paziente o errori tecnici. Si consiglia di variare l’approccio chirurgico (da open a laparoscopico e viceversa) per sfruttare zone senza cicatrici, con l’opzione di interventi minimamente invasivi o l’uso di protesi speciali, garantendo così una riparazione efficace e personalizzata.
Innovazioni e Sviluppi nella Riparazione dell’Ernia Inguinale: Dalla Sutura al Futuro delle Protesi
L’articolo descrive il passaggio dalle metodiche di sutura obsolete a tecniche innovative che utilizzano retine e protesi per trattamenti meno invasivi e più efficaci. Evidenzia i progressi verso l’uso di materiali biocompatibili, promettendo un futuro di cure personalizzate e minimamente intrusive.