L’ernia crurale detta anche femorale per avere sede nel canale omonimo, risulta più piccola, meno frequente e più ad appannaggio del sesso femminile rispetto alla consorella inguinale. Tuttavia la tipica conformazione del foro di uscita cioè della porta erniaria non incline al suo allargamento quindi poco estensibile data la sua natura fibro-connettivale, determina un aumento del rischio di strozzamento per questo tipo di ernia qualora non potesse essere ridotta in addome. Il presupposto di cura si basa così sulla chiusura della porta.
Oggi meno utilizzate le tecniche passate che prevedevano la cucitura dei margini del difetto, la moderna chirurgia da anni rivolge la sua attenzione alla protesica. Le piccole retine di origine sintetica foggiate come un piccolo tappo (plug) a configurazione tridimensionale, sono andate così via via a sostituirsi ai punti di sutura per la riparazione. Oggi sono previste varianti migliorative nella configurazione e nella composizione di questi dispositivi.
Quelli attuali potenzialmente anche in parte riassorbibili, sono più soffici dei precedenti, caratterizzati da una maggiore morbiditá e da un minore ingombro cosi da risultare meno traumatici rispetto alle retine standard del recente passato. Queste nuove protesi meglio si adattano ad occupare uno spazio profondo contiguo a strutture delicate e sensibili quali i grossi vasi, i linfatici e i nervi di questa regione anatomica. L’intervento di ernioplastica crurale come quella inguinale, può anche essere effettuato con successo mediante la sola anestesia locale, cioè praticata nella sede dell’ernia, in regime di chirurgia di giorno (day-surgery) nei centri di eccellenza di cura.
Dr. Tommaso Lubrano
Adjunct Professor Of General Surgery School of Medicine
University of Torino, Italy