Ernia e Alimentazione: un binomio dimostrato

I deficit nutrizionali, l’alterato apporto calorico sia per carenza che per eccesso di cibo, la scarsa qualità degli alimenti sono determinanti nello sviluppo di un’ernia della parete addominale. Una dieta scorretta come l’assunzione di cibi troppo raffinati, prodotti a base di farine bianche notoriamente povere di fibre, sali minerali, vitamine, l’eccessiva introduzione di zuccheri sono un esempio negativo in tal senso.

Raramente una scoperta scientifica può destare l’attenzione generale. In questo caso è accaduto il contrario. A tale riguardo data l’alta diffusione della patologia menzionata nell’ambito della popolazione, la singolarità della notizia ha suscitato vivo interesse.

Il binomio ernia e alimentazione di cui si parla, ha richiesto per tale motivo un’attenta valutazione dei contenuti trattati verificando l’autorevolezza delle fonti a garanzia della veridicità dei risultati degli studi effettuati dalla comunità scientifica a salvaguardia di tutta l’utenza. La conferma dell’enunciato riguarda dunque lo stretto rapporto tra i fattori nutrizionali e l’insorgenza della più diffusa affezione in ambito alla chirurgia generale: l’ernia inguinale. Solo in Italia ogni anno, vengono effettuati oltre centomila interventi riparativi per la patologia erniaria, seconda numericamente dietro la cataratta nella chirugia dell’occhio. La dimostrazione di come la salute della parete addominale possa dipendere sopratutto da una corretta alimentazione, sia sotto l’aspetto quantitativo che qualitativo, oggi ci consente di poter fare opera di prevenzione nei suoi confronti.

Mentre è nota da tempo la predisposizione familiare nella formazione di un’ernia, solo adesso abbiamo la certezza di come la motivazione risieda principalmente in una alterazione del metabolismo del collageno con conseguente presenza di fibre connettivali anomale nella fascia trasversale, causa della debolezza strutturale e motivo in ultima analisi, della formazione del difetto erniario. La completa conoscenza della genesi biologica di questa affezione fa si che possa pertanto considerarsi una manifestazione locale di una malattia sistemica. Il fattore meccanico per effetto della continua spinta endoaddominale provocata dalla stipsi, dagli sforzi, dalla broncopatia cronica, da sempre indicato come l’elemento determinante, in realtà rappresenterebbe soltanto una concausa secondaria nella formazione della breccia della parete e della conseguente fuoriuscita dei visceri.

Ma qual’è il nesso tra gli squilibri alimentari e la presenza del collageno “sbagliato” nel corpo umano?

La risposta risiede nel fatto che alla base del collageno alterato vi sarebbero fattori in grado di indurre l’espressione genetica di cellule come i fibroblasti nei confronti di particolari enzimi ad azione proteolitica. Le metalloproteasi(MMPS), questa la loro denominazione, possono degradare i componenti della matrice extracellulare del tessuto connettivo come l’elastina e appunto il collagene. Stimoli interni ed esterni come gli ormoni steroidei, l’ischemia, il fumo, le infezioni, l’iperglicemia, determinano l’attivazione degli MMP1 e in particolare degli MMP2 causando la variazione del collageno di tipo uno a favore del collageno di tipo tre immaturo, particolarmente evidente nel caso di un’ernia inguinale diretta. Ma è sopratutto un fattore fino ad oggi poco considerato a richiamare maggiormente la nostra attenzione nel processo che innesca tale reazione a catena: l’alimentazione.

I deficit nutrizionali, l’alterato apporto calorico sia per carenza che per eccesso di cibo, la scarsa qualità degli alimenti sono determinanti nello sviluppo di un’ernia della parete addominale. Una dieta scorretta come l’assunzione di cibi troppo raffinati, prodotti a base di farine bianche notoriamente povere di fibre, sali minerali, vitamine, l’eccessiva introduzione di zuccheri sono un esempio negativo in tal senso.

La farina integrale sarebbe quindi da preferire cosi come un corretto equilibrio nell’assunzione calmierata di carboidrati semplici e complessi nella dieta. Un adeguato apporto di vitamine si rende assolutamente necessario per non indebolire l’addome. In particolare quelle del gruppo B contenute nel pesce, nella carne, nelle uova e nel latte e il retinolo presente nella frutta e nella verdura giallo-arancio come le carote e le albicocche, che poi verrà trasformato in vitamina A nel fegato, svolgono una funzione in tal senso. Altre vitamine come la E con proprietà antiossidanti e antiinvecchiamento presente negli olii vegetali e nella frutta secca e la vitamina C di cui sono ricchi gli agrumi, l’uva, il pomodoro, le verdure a foglia scura (spinaci, broccoli, cavoli), rivestono particolare utilita’ nella sintesi del collageno e nel mantenere l’integrità anatomica della parete. È noto che la frutta e i vegetali a foglia verde genericamente fonti di complessi vitaminici, di flavonoidi e sali minerali quali il potassio e il magnesio, oltre che di fibre, svolgono inoltre un’altra azione molto importante combattendo i radicali liberi. Anche i lipidi possono essere utili quindi non tutti sono da colpevolizzare nella dieta.

Gli acidi grassi poliinsaturi sono infatti essenziali per la sintesi cellulare. La regolare assunzione degli omega-6 come l’acido linoleico contenuto nei cereali, nei legumi, nella soia, nelle noci, nell’olio di girasole e sopratutto in quello di oliva, così come l’acido arachidonico presente nei cibi animali, l’omega-3 come l’alfa linolenico che si trova nei legumi e nel pesce, sono ritenuti indispensabili per la membrana cellulare. Quest’ultimo alimento inoltre fornisce un’adeguata quantità di rame e zinco presente abbondantemente anche nelle carni rosse, nel pomodoro, nel cacao, nel tuorlo d’uovo. Immagazzinato prevalentemente nei muscoli, lo zinco contribuisce al controllo del peso corporeo. Anche una bilanciata assunzione proteica di origine animale e vegetale garantisce flessibilità e resistenza alla parete. L’arginina, aminoacido essenziale destinato a rafforzare la muscolatura, al mantenimento del tono muscolare e all’aumento della massa magra è legata al consumo di carni rosse e bianche, pesce, riso e mais.

Anche la soia è in grado di offrirne un sufficiente apporto. I composti bioattivi contenuti negli alimenti funzionali (alimenti-farmaco della nutraceutica) e gli integratori hanno anch’essi comprovata e riconosciuta efficacia nelle problematiche relative all’ernia inguinale. il controllo ponderale e il corretto apporto nutrizionale costituiscono cosi l’obiettivo da raggiungere per ottenere un parete addominale forte ed elastica. Questa, contrariamente a quanto si puo’ pensare, non è un semplice contenitore di visceri ma un organo a tutti gli effetti con proprie funzioni che risente delle nostre abitudini e della scelta del nostro regime dietetico.

Una alimentazione giusta ed equilibrata come la dieta mediterranea se ben seguita, puo’ prevenire o ritardare l’insorgere dei disturbi dovuti a questa patologia.

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