Ernia ombelicale, ernia epigastrica

L’articolo discute le ernie ombelicali ed epigastriche, che sono protrusioni della parete addominale. La decisione di intervenire chirurgicamente dipende da fattori quali età del paziente, dimensioni dell’ernia e presenza di patologie associate. Viene spiegato che per piccole ernie si può optare per una chirurgia open con sutura, mentre per ernie più grandi o complicate si utilizzano tecniche con protesi. Le ernie più voluminose o quelle con diastasi addominale richiedono un approccio chirurgico più complesso, spesso in anestesia generale.

L’ernia ombelicale e l’ernia epigastrica si manifestano come protrusioni della parete addominale dovute ad una lacerazione dell’integrità della fascia connettivale in un’area compresa tra l’ombelico e il processo xifoideo dello sterno.

L’indicazione all’-intervento chirurgico dipende da vari fattori: età del paziente, eventuali patologie associate, dimensioni dell’ernia e diametro del difetto. Una grossa breccia della parete dalla quale l’ernia si riduce spontaneamente, può essere monitorata nel tempo. Un piccolo difetto con un largo sacco erniario può determinare il suo incarceramento, quindi vi è indicazione alla plastica erniaria. Quali sono le novità terapeutiche? Le metodiche di riparazione possono essere open, cioè a cielo aperto, oppure laparoscopiche.

Nel caso di piccole ernie primitive o piccoli laparoceli (ernie incisionali su trocar successive ad una pregressa operazione laparoscopica), la sola sutura chirurgica (tension repair) con tecnica open, rappresenta la prima scelta di cura. Ernie di maggiori dimensioni ombelicali, epigastriche o incisionali, specie se associate alla diastasi dei muscoli retti, richiedono invece l’uso di protesi in quanto la sola sutura risulterebbe insufficente per una corretta riparazione.

La rete, di dimensioni superiori al difetto tale da garantire un’adeguata copertura, viene posizionata in sede retromuscolare nelle tecniche open. Nella laparoscopia il dispositivo invece viene a trovarsi in posizione intraperitoneale, il che sottintende un lato viscerale della protesi la cui barriera antiaderente ne consente il contatto con gli organi interni. La presenza di un’ernia di dimensioni contenute può essere trattata con metodiche miniinvasive, anche in anestesia locale ed in day-surgery (chirurgia di giorno) nella maggior parte dei casi con ottimi risultati. Ernie voluminose specie se associate alla diastasi addominale richiedono un atteggiamento chirurgico differente, in anestesia generale con breve degenza del paziente nel centro operatorio.

Dr. Tommaso Lubrano
Adjunct ProfessorOf General SurgerySchool of MedicineUniversity of Torino, Italy

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