L’esperto Risponde

In questo articolo abbiamo inserito tutte le principali informazioni, falsi miti e semplici curiosità legate all’ernia.

Mi è stata diagnosticata un’ernia ombelicale dopo un intervento di asportazione della colecisti per via laparoscopica, eseguita un anno fa. Questo problema mi causa fastidio e a volte dolore durante l’attività fisica. Che cosa mi consiglia?

Se lo specialista che l’ha in cura ha fatto una diagnosi di ernia ombelicale, l’unico rimedio è sottoporsi a un altro intervento chirurgico di plastica della parete. Deve essere eseguito da un chirurgo esperto, per evitare che possano presentarsi possibili complicazioni. L’operazione prevede un piccolo taglio sulla precedente cicatrice e il posizionamento di una protesi (retina), che viene effettuato in anestesia locale con dimissione nella stessa giornata e la completa guarigione in tempi brevi.

Soffro di problemi cardiaci e ho un’ernia inguinale che dovrei togliere. È vero che l’intervento di asportazione può essere fatto in anestesia locale con degenza breve? Lei pensa che sia possibile anche per me?

In molti ospedali, se ci sono disturbi asso­ciati all’ernia, viene richiesta la consulen­za di uno specialista (nel suo caso un car­diologo) per una va­lutazione completa. Se la cardiopatia è ben compensata dai farmaci, l’operazione prevista per la ripara­zione può essere ef­fettuata in anestesia locale (nella stessa se­de dell’ernia), con una degenza post­ operatoria di qualche ora o comprensiva di un pernottamento. Eccezionalmente vie­ne consigliata un’a­nestesia diversa. Inol­tre, solo in casi rari è necessario il ricovero ordinario e una per­manenza più lunga in ospedale. 

Sono un pensionato di 72 anni, con una grossa ernia inguinale. Non ho molto dolore, ma sento un fastidio e un senso di peso ai genitali quando sono in piedi o cammino. A volte, ho avuto qualche difficoltà a evacuare. Il mio medico mi ha detto di non fare nessuna operazione data l’età. Mi può dare un consiglio?

I disturbi da lei lamentati denotano la presenza di un’ansa intestinale nel sacco erniario con conseguenti pos­ sibili complicazioni anche serie, qua­lora l’ernia fuoriuscita non riuscisse più a rientrare nell’addome. Se così fosse, lo strozzamento o l’intasamento erniario imporrebbero un intervento in urgenza con i conse­ guenti rischi aggiuntivi. Visto che l’età non è un fattore che esclude l’inter­ vento chirurgico le suggerirei di farlo prima che la situazione peggiori. Le consiglio di non aspettare even­ ti negativi che potrebbero verificarsi in età più avanzata. Se le condizioni lo consentono, si effettua l’operazione applicando una piccola retina in ane­ stesia locale e dimettendo la persona in sicurezza nella stessa giornata.

Stiamo assistendo a una rivoluzione nel trattamento delle emorroidi?

Oggi sicuramente si hanno maggiori possibilità di trattamento. Innanzitutto, ci sono strumenti alternativi che, pur garantendo la stessa efficacia dell’elettrobisturi, sono meno invasivi e, quindi, comportano meno disagi e una qualità di vita migliore. Inoltre, ci sono vere e proprie tecniche nuove, che si basano su punti di vista differenti e permettono di agire in maniera diversa.

Che cosa va considerato al momento della scelta?

Molto dipende dall’esperienza del chirurgo e dalle attrezzature che ha a disposizione. Ogni medico tenderà a privilegiare la tecnica e gli strumenti con cui ha maggiore affinità e di cui ha maggiore esperienza, tenendo conto dei costi legati alle nuove tecnologie e, quindi, al budget a disposizione. Del resto, tutte le procedure sono valide, cambiano “solo” gli effetti sulla qualità di vita della persona. In ogni caso, tutte le nuove tecniche e gli strumenti innovativi vengono usati nei reparti di day surgery dei centri italiani di eccellenza per la colonproctologia.

Qual è la soluzione migliore?

Non c’è una soluzione migliore in assoluto.
In primo luogo, dipende dalla situazione clinica della persona. Per esempio, personalmente ritengo che la tecnica Longo possa essere utilizzata solo nei casi in cui c’è effettivo scivolamento della mucosa anale accompagnata da emorroidi di secondo e terzo grado. Si tratta, in ogni modo, di una procedura non esente da rischi e complicanze, che ha precise indicazioni, va riservata a casi selezionati ed eseguita da medici esperti.

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